In Italia sta per arrivare l'app di tracciamento dei contagi.
Si chiamerà Immuni, e verrà testato su alcune Regioni pilota prima di essere estesa a tutto il territorio.
Ma dove finiranno i dati e chi garantirà la privacy agli utenti?
Una volta scaricata sul nostro dispositivo, l’app terrà traccia dei contatti avuti con altre persone.
Nel caso in cui il proprietario del cellulare su cui è installato Immuni sia risultato positivo al tampone, questi potrà dare il consenso al trattamento dei propri dati, consentendo di individuare le persone con cui è entrato in contatto nei giorni precedenti al contagio, attraverso la cronologia degli spostamenti.
Le informazioni raccolte dall’app, quindi, verranno condivise con il personale sanitario, in modo da diramare una comunicazione a chi è stato esposto al Covid-19.
E' qui che entra in gioco il necessario bilanciamento con il diritto alla privacy.
Non verrà, infatti, utilizzata la geolocalizzazione (l'identificazione della posizione geografica nel mondo reale di un del telefonino), ma il bluetooth, che con la precisione di circa un metro stimerà la vicinanza tra le persone.
"I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio» ha puntualizzato Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app «non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole» perché questo «creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy».
A tal proposito, l’anonimato sarebbe mantenuto attraverso l’utilizzo di un ID (codice d’identificazione utente) «anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze».
Insomma, l’app Immuni non dovrebbe rappresentare un pericolo per gli utenti, ma resta il fatto che la questione dei dati personali è sicuramente una delle più centrali che desta maggiori perplessità.
È importante, infatti, che il trattamento di dati tanto delicati come quelli sul contagio avvenga sulla base di una normativa trasparente, che preveda misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti e le libertà delle persone.
L'app, a quanto pare, rispetterebbe i parametri di privacy indicati dall'UE: volontarietà del download, temporaneità dell'utilizzo, rispetto della normativa europea sulla privacy e tecnologia Bluetooth per evitare l'invasività delle geolocalizzazioni.
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