Genitori e figli. Il diritto di frequentazione in tempi di Covid19

In questo momento di emergenza i Tribunali d’Italia sono chiamati a decidere sull’ammissibilità dei trasferimenti dei figli minori per l’esercizio del diritto di visita.
Partiamo dal dato normativo.
Il Governo, anche dopo le misure maggiormente restrittive adottate con il DPCM 22/3/2020, continuerebbe a consentire al genitore non collocatario gli spostamenti per raggiungere i figli.
Ciò nonostante, le decisioni assunte dai Tribunali non sembrano essere univoche nel confermarlo.
Il Tribunale di Milano è il primo ad essere intervenuto sul punto stabilendo, con provvedimento del 11 marzo 2020 e in linea con il dettato della Legge, che il diritto di visita dei figli di genitori separati e divorziati non ha subito limitazioni a seguito della normativa emergenziale per fronteggiare il Coronavirus, in quanto certamente rientrante nelle “situazioni di necessità” che legittimano lo spostamento sul territorio. 
In maniera conforme si è espresso anche il Tribunale di Busto Arsizio, dicendosi favorevole ad una interpretazione ampia delle disposizioni normative che consentono gli spostamenti durante l’epidemia, così da ricomprendervi anche quelli che si rendono necessari per ottemperare agli obblighi di visita dei figli disposti dal Giudice (decreto 3 aprile 2020 ). 

Un’altra pronuncia conforme è stata emessa solo il 7 aprile dal Tribunale di Roma.
Di opposta veduta, invece, si segnalano altre due recenti pronunce: una della Corte d’Appello di Bari del 26 marzo 2020, l’altra del Tribunale di Vasto del 2 aprile 2020; quest’ultima, richiamando la precedente, afferma che ”il diritto del padre a mantenere rapporti significativi e costanti con i figli può essere esercitato attraverso strumenti telematici che consentano conversazioni in videochiamata, con cadenza anche quotidiana e, al finendo garantirne l’esercizio , ha diffidato la madre “a consentire al padre di avere colloqui telefonici riservati in videochiamata con la figlia, senza la presenza o l’interferenza della madre”.
Al di là degli orientamenti che si stanno via via affermando, è necessario che siano i genitori a valutare, caso per caso, se e come modificare le modalità di visita, sforzandosi il più possibile di agire con buonsenso: tolti
 i casi di contagio o di contatto con persone positive al virus, in cui le visite ai figli sono assolutamente vietate, si dovranno valutare, per esempio, le condizioni in cui vivono entrambi (se lavorano, se convivono, ...), al solo ed esclusivo fine di tutelare il fondamentale interesse alla bigenitorialità.

  


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