La coppia si è rivolta al Tribunale di Bari per chiedere che negli atti di nascita dei loro due figli figurasse anche il nome del padre intenzionale. Non cercavano quindi, come già fatto in altri casi, di raggiungere il risultato con la procedura nota come stepchild adoption, ovvero l’adozione da parte del genitore non biologico del figlio con il consenso del genitore biologico. ma un vero e proprio riconoscimento della genitorialità. La Corte d’Appello di Bari si è pronunciata a favore dei due papà e ha stabilito che “l’interesse dei bambini e delle bambine non può ritenersi adeguatamente tutelato con altre forme offerte dall’ordinamento italiano ai fini del riconoscimento del rapporto con il genitore intenzionale”. In poche parole: bisogna riconoscere entrambi i genitori come tali.
Si tratta di una presa di posizione importante soprattutto perché, nel 2019, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione avevano stabilito al contrario che gli atti di nascita dei bambini nati all’estero da una coppia omosessuale tramite gestazione per altri non potevano essere trascritti in Italia.
Il Tribunale di Bari è andato in un'altra direzione, allineandosi all’orientamento della Corte Costituzionale che a fine gennaio ha sollecitato il Parlamento a provvedere a riconoscere quanto prima i diritti dei figli delle coppie gay risolvendo con una legge sull'omogenitorialità questo vuoto normativo intollerabile. Il principio stabilito dalla Corte è chiaro: l'ordinamento deve garantire il diritto del minore al riconoscimento giuridico di entrambi i componenti della coppia che ne hanno voluto la nascita e che lo hanno poi accudito, esercitando di fatto la responsabilità genitoriale.
Il nuovo orientamento si auspica che presto trovi espressione in una specifica normativa che possa finalmente mettere fine a ad una immotivata disparità di trattamento.
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